La fase della ripartenza dopo il lockdown ha portato a livello nazionale a nuovi incentivi per la mobilità ciclabile attraverso il BONUS all’acquisto e nuove realizzazioni di aree pedonali e corsie ciclabili in molte città italiane.
Qualcosa si è mosso anche a Pisa, ma non tutto nella stessa direzione.
Se, dietro la richiesta delle Associazioni dei Commercianti, di una in particolare ci sembra, l’Amministrazione ha liberato dal traffico in alcune ore della settimana il Lungomare di Marina, ha poi esteso il divieto di circolazione anche alle bici, dimostrando di non avere le idee chiare su quale mobilità verso il litorale incentivare, anche prima del completamento della Pista ciclabile sulla pista dell’ex trammino. Occorre rimuovere velocemente tale divieto alle bici, dotare il lungomare di numerose rastrelliere blocca telaio, imporre che tutti gli stabilimenti balneari realizzino aree di parcheggio con rastrelliere controllate con telecamere.
La Città ecologica, visto che le Associazioni dei Commercianti hanno compreso finalmente l’utilità anche per lo sviluppo delle attività commerciali, della limitazione del traffico veicolare privato, chiede che analoghi provvedimenti siano adottati anche a Pisa città sui Lungarni, restituendoli tutti alla fruizione pedonale e ciclabile distanziata dei cittadini.
Prioritario per la mobilità cittadina oggi più di ieri resta l’introduzione del Tram. La nuova scadenza per la presentazione dei progetti a oggi è il 30 ottobre 2020. Nulla si sa dello sviluppo del progetto. La Città ecologica ribadisce che il percorso della linea Stazione–Ospedale di Cisanello, per come oggi noto, non è in grado di rispondere efficacemente ai bisogni di mobilità dei cittadini avendo uno sviluppo troppo esterno al centro storico, l’area cittadina origine/destinazione della maggior numero degli spostamenti. La Città ecologica propone di valutare e confrontare, in termini di fattibilità tecnico-economica, tracciati alternativi che, fermo restando la localizzazione dei capilinea, percorrano trasversalmente il centro storico, utilizzando i lungarni.
In controtendenza invece rispetto alla maggior parte delle città italiane, Pisa, o meglio la sua giunta, è balzata all’onore delle cronache per il provvedimento, sciagurato, che rende possibile parcheggiare le auto su un tratto della “pista ciclabile” di Viale delle Cascine che conduce a San Rossore. Provvedimento palesemente senza senso.
Infatti se le auto non possono, giustamente, accedere alla Tenuta e quindi la strada è, di fatto, a fondo chiuso, esse dovranno fare inversione a U sulla stretta strada, se non girano prima in qualcuna delle poche traverse. Quindi non vietare l’accesso al Viale sollecita di fatto gli automobilisti a operazioni potenzialmente pericolose.
Una qualsiasi Amministrazione ragionevole avrebbe istituito una ZTL aperta solo ad autorizzati dal semaforo sull’Aurelia e organizzato, d’intesa col Parco, per i giorni di apertura al pubblico della Tenuta, il trasporto distanziato ma collettivo dal Parcheggio Scambiatore di Via Pietrasantina.
Sarebbe stato un buon modo per iniziare a cambiare abitudini e ad affermare il principio che dovrebbe essere ovvio che in un Parco Naturale non ci si reca in auto ma a piedi, in bici o con mezzi collettivi ecologici.
Invece no. Si può parcheggiare sulla “pista ciclabile” che, è vero, fa schifo ma pedoni e ciclisti a Pisa si devono accontentare e poi viene riportata tra le piste nel sito del Comune di Pisa per complessivi 3,8km, caro Assessore. L’Amministrazione Comunale di fatto produce una modifica del punto 1 g) dell’Art. 158 del Codice della Strada. Non pensiamo che sia nelle sue facoltà e dubitiamo fortemente che l’Atto sia legittimo.
L’Assessore si spinge oltre fino ad intimare al Parco di riaprire l’accesso alle auto della Tenuta.
Non ci siamo proprio Assessore Dringoli.
Pisa 25 giugno 2020.
Associazione ambientalista LA CITTÀ ECOLOGICA
L’Articolo su Pisatoday del 25 giugno 2020.
L’Articolo su Pisa 24 del 25 giugno 2020.