PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI INACCETTABILE. OGNI AMBITO TERRITORIALE DEVE SMALTIRE I RIFIUTI CHE PRODUCE. LA CITTÀ ECOLOGICA PRESENTA 3 OSSERVAZIONI

Il Consiglio regionale ha adottato con Deliberazione n. 68 del 27 settembre 2023 il “Piano regionale di gestione dei rifiuti” che avrebbe l’ambizione di essere Piano regionale dell’economia circolare, cioè un piano che riduce a zero i rifiuti da smaltire riutilizzando tutto le merci consumate.

Quando si passa dalle enunciazioni di principio alle scelte operative il Piano risulta estremamente carente. La Città ecologica ha presentato tre osservazioni (tutte sul nostro sito ).

Il capitolo che è veramente inaccettabile è quello degli Impianti.

La scelta fatta dalla Regione di non decidere che tipo di impianti privilegiare e come distribuirli sul territorio ma di fare un “Avviso pubblico” affinché i privati manifestassero il loro interesse alla realizzazione di dove e quali impianti di recupero e riciclo di rifiuti urbani, si è rivelata errata ed ha portato a quella che giudichiamo la parte più negativa del Piano adottato, quella da modificare radicalmente.

Guardando i due grafici che riportiamo si nota l’assurdità di quanto prodotto da quella procedura (TCE è l’ATO Centro, l’area fiorentina, Prato, Pistoia; TSU è l’ATO Sud il grossetano e l’aretino il senese; TCO è l’ATO Costa, siamo noi aree Pisa-Livorno nord-Lucca-Massa)

Gli impianti proposti dalla “manifestazione d’interesse” sarebbero collocati per il 57% nell’ATO Costa che produce il 35,6% del totale dei Rifiuti Urbani (RU) da smaltire; invece nell’ATO Centro che produce il 39,8% dei RU sarebbero previsti solo il 16% degli impianti.

Una cosa palesemente improponibile e ingiusta dal punto di vista dei principi della gestione dei rifiuti che lo stesso Piano teoricamente afferma.

Il campanilismo qui non c’entra nulla.

Ogni territorio deve essere in grado di smaltire i rifiuti che produce perché solo così si assume la responsabilità e gli oneri delle scelte che compie in termini di produzione e raccolta differenziata: dagli amministratori fino al singolo cittadino.

Se si guarda poi la tipologia degli impianti proposti la cosa appare ancora più odiosa, fino ad apparire immorale. Tutti nell’ATO Costa gli Ossicombustori. In provincia di Pisa, specificatamente a Peccioli, gli impianti di trattamento dei RUR (Rifiuto Urbano Residuo) di fatto i Rifiuti urbani indifferenziati: un Ossicombustore oltre al grande ampliamento della discarica di Legoli.

A poco vale il ragionamento che il Comune di Peccioli è disponibile ed anzi spinge per avere questi impianti. Se la Regione toscana avesse a cuore la corretta gestione dei rifiuti dovrebbe penalizzare quel comune che ha una percentuale di RD inferiore al 35% e che usa in questo modo il territorio suo (e dei comuni confinanti) e non approfittare di questa “disponibilità”.

In generale riteniamo che si debba superare lo smaltimento in discarica del residuo non riciclabile, sicuramente il peggior metodo di smaltimento dal punto di vista ambientale (emissioni climalteranti). Quindi nessun ampliamento delle discariche esistenti deve a nostro avviso consentito dalla Regione.

La Città ecologica ritiene che sia possibile ridurre tendenzialmente a zero il Rifiuto Urbano Residuo. Fino ad allora per trattarlo riteniamo si debbano privilegiare gli impianti che prevedono recupero di materia a quelli utilizzati per produrre energia. In generale riteniamo inaccettabili impianti come gli inceneritori o pirogassificatori o comunque di dimensioni e costi ingenti che sfruttano l’effetto scala, cioè hanno bisogno di tanti rifiuti per ammortizzare l’investimento: con essi la Raccolta Differenziata è disincentivata per non penalizzare la convenienza dell’investimento.

Con le nostre osservazioni abbiamo proposto un modifica radicale del Piano.

Pisa, 2 dicembre 2023

Associazione ambientalista

La Città Ecologica APS

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