Peggio del peggio, peggio del peggiore incubo.
Da tempo dicevamo che l’inserimento del CISAM nelle aree a destinazione militare con possibilità di espansione volumetrica senza limiti dell’edificato esistente, previsto dl PIP, avrebbe aperto la strada a disastri ambientali. Ma non avremmo mai immaginato che, con un colpo di mano, il governo Meloni inserisse in un Decreto legge relativo ad infrastrutture civili un comma che dà il via ad una gigantesca base militare, collocata in un’area del parco, nel cuore di una foresta patrimonio Unesco.
Dalla planimetria allegata al Decreto si ricava un’occupazione si suolo boscato al CISAM attorno ai 90 ettari: un’enormità, se si considera che a Coltano, dove trovavano spazio anche i Carabinieri Cinofili (non più previsti al CISAM), il poligono di tiro e la pista addestrativa automobilistica (ora localizzati a Pontedera con nuovo ulteriore consumo di suolo), era prevista un’occupazione complessiva di 73 ettari. E quel progetto colossale e dissennato a Coltano fu bloccato dalla corale forte protesta popolare che spinse le istituzioni a fare un passo indietro.
Secondo nostri calcoli, il nuovo progetto comporterebbe l’abbattimento di oltre 10.000 piante, con la conseguente distruzione di un intero ecosistema sviluppatosi in decenni. Altro che le 2500 “vittime” già annunciate!
Secondo il decreto, il costo aumenta da 190 a 520 milioni (120 destinati, si dice, allo smantellamento del reattore nucleare spento), quasi il doppio di quello che costerebbe l’intera rete tranviaria pisana. Fondi trovati in un attimo in un momento in cui c’è un estremo bisogno di risorse destinate al sociale, alla sanità, ai carenti e singhiozzanti trasporti pubblici e a una vera transizione ecologica. Una operazione scandalosa, incomprensibile, ingiusta.
Le responsabilità di questo obbrobrio sono lampanti, stanno scritte negli atti e non risiedono solo nel colpo di mano del governo Meloni. Il parere positivo alla costruzione della base militare è stato dato da tutti i componenti del Tavolo interistituzionale, al quale, oltre al ministro della difesa e al rappresentante dell’Arma dei Carabinieri, sedevano il presidente della Regione Eugenio Giani, il presidente della provincia Massimiliano Angori, il Sindaco del Comune di Pisa Michele Conti e il Presidente del Parco MSRM Lorenzo Bani, che per dovere istituzionale avrebbe dovuto difendere il Parco e invece partecipa alla sua distruzione.
Ora che le dimensioni enormi della devastazione sono evidenti, tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali e che hanno favorito il progetto, hanno il dovere di ammettere l’errore e tornare indietro. È ancora possibile fermare questa devastazione agendo su Governo e Parlamento perché il Decreto, almeno per la parte che riguarda la Base al Cisam, non sia convertito in legge.
Noi saremo come sempre in prima fila per la difesa del parco e dell’ambiente e invitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi per la salvaguardia di un bene comune prezioso
Pisa 5 luglio 2024.
Associazione ambientalista La Città Ecologica APS
Comitato per la difesa di Coltano
L’atto ufficiale completo del Governo.