CIPPO DELLA RETE DI MONITORAGGIO COSTIERO LORENESE AL GOMBO: L’INCURIA PRODUCE DANNI AL PATRIMONIO STORICO.

Nel 1828 i Lorena fecero posizionare tre cippi sul litorale che va da Bocca d’Arno a San Rossore sui quali era scritta la distanza di ciascuno di essi dal mare.

La rapida evoluzione della costa destava anche allora preoccupazioni, ma non come oggi per l’erosione, bensì per la continua espansione del litorale. È vero che si creavano nuove terre, ma le torri di avvistamento si allontanavano dalla riva e le dune che si formavano davanti impedivano l’osservazione dell’orizzonte, necessaria non solo per vedere nemici e pirati, ma anche contrabbandieri e imbarcazioni che potevano portare persone e merci provenienti da zone infette. Dal 1760 al 1939 furono costruite quattro strutture (torri o fortini) in sequenza temporale per non perdere il contatto con il mare che arretrava.

I tre cippi costituiscono la prima rete di monitoraggio costiero al mondo di cui si abbia conoscenza, e oggi, che questa attività ha una grande importanza nella gestione dei litorali, rende orgogliosi i ricercatori che portano in visita sulla nostra costa i colleghi stranieri o che la presentano ai convegni internazionali.

Purtroppo, la loro funzione si è invertita: oggi registrano l’erosione del litorale. Il primo cippo, che si trovava a Bocca d’Arno, sarebbe oggi sui fondali a circa 900 metri dalla riva. Il secondo cippo, al Gombo, fino a poco tempo fa era sul margine a mare della duna lambita dalle onde, ma con il suo arretramento si è trovato isolato sulla spiaggia, fino a che non è miseramente collassato a seguito di una mareggiata. Il terzo, a Bocca di Serchio, eretto a circa 90m dalla riva, ne dista oggi 190, ma non c’è da stare tranquilli: la crescita del litorali in quel punto si è ormai interrotta e l’erosione prima o poi arriverà anche lì.

Alcuni anni fa, nel 2018, in uno studio pubblicato poi sugli Atti del Convegno ‘Codice armonico’ gli autori, i Prof. Enzo Pranzini e Marco Piccardi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, dopo aver segnalato il rischio di imminente crollo del cippo di San Rossore e riscontrate difficoltà burocratiche per la sua rimozione, scrissero: “la protezione di quanto rimane di quella che forse è la più antica rete di monitoraggio del mondo costituisce un obbligo morale che dovrebbe consentire di superare ogni ostacolo burocratico o economico dovesse opporsi al riposizionamento di questo elemento.”

Venne contattata direttamente la Presidenza del Parco, furono proposti anche metodi non invasivi della vegetazione per lo spostamento del cippo, ma niente fu fatto fino a tre anni fa, quando furono infisse intorno alla struttura della palancole in PVC.

L’inefficacia della soluzione è oggi evidente! D’altra parte, anche se avessero retto qualche anno di più, l’arretramento della costa avrebbe trasformato il cippo in un’isola costantemente attaccata dalle onde.

Si parla finalmente, quando il latte è ormai versato, di recuperarlo e posizionarlo all’ingresso del Parco, trasformandolo in un oggetto da museo decontestualizzato.

La proposta dei ricercatori era quella di arretrarlo lungo una linea perpendicolare alla riva e mettere a fianco un cartello per ricordarne la storia e indicare di quanti metri è stato necessario spostarlo verso l’interno. Rimarrebbe così in una posizione che potrebbe ancora indicare gli spostamenti della linea di riva, … prima di arretralo ulteriormente, ma senza lasciarlo crollare!

Il Parco valuti meglio il da farsi e si muova nella direzione indicata dai ricercatori.

Pisa, 10 luglio 2024

Associazione ambientalista

La Città Ecologica APS

Situazione aprile 2018 

ARTICOLI DI STAMPA PRECEDENTI IL COMUNICATO

IL TIRRENO dell’ 8  luglio 2024

IL TIRRENO del 9  luglio 2024

Il comunicato de La Città ecologica come pubblicato dalla testata on line PISATODAY.IT il 10 luglio 2024.

Il comunicato de La Città ecologica come pubblicato dalla testata on line QUINEWSPISA.IT il 10 luglio 2024.

Il Comunicato de La Città ecologica come pubblicato da Il Tirrene del 13 luglio 2024.

 

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