Siamo ancora in estate e già riemergono le preoccupazioni a Marina di Pisa, ricordando le mareggiate dell’autunno scorso quando il mare è uscito lungo tutto l’abitato, con punti critici alla diga foranea sud del porto e dighe collegate, alla solita cella 4 ove la “spiaggia in ghiaia” non è stata mai completata e a sud delle altre spiagge in ghiaia che invece hanno retto bene.
Rispetto ad allora l’unico intervento realizzato è stato il rafforzamento delle scogliere pubbliche a sud del Porto.
Nulla è stato fatto dal privato che gestisce il porto sulla diga foranea.
Nulla di significativo è stato fatto alla cella 4 nonostante lo studio commissionato dalla Regione Toscana al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Laboratorio di Ingegneria Marittima) dell’Università di Firenze, sulle modifiche da apportare a tale cella per correggere errori realizzativi ed adeguarla alle condizioni più severe, sia stato consegnato da molto tempo.
A quanto risulta quello studio presenta diverse ipotesi di adeguamento, tutte comunque prevedono un sensibile allungamento verso mare della diga soffolta e un altrettanto significativo allungamento della “spiaggia in ghiaia” con forte incremento dei volumi di ghiaia stesi.
Anche questo doveva essere un intervento di “somma urgenza” sul quale dirottare tutte le risorse regionali.
Invece la Regione la speso la maggior parte dei soldi disponibili per le coste in interventi (inutili dal punto di vista dell’erosione) di ripascimento in sabbia di spiagge in concessione che hanno prodotto solo maggiori guadagni per i balneatori.
Anche le celle in ghiaia a sud della 4, che hanno resistito bene alla tempesta autunnale, necessitano secondo quello studio di una manutenzione in particolare delle dighe soffolte e un ripascimento delle spiagge stesse per sostituire il materiale che si disperde e incrementarlo opportunamente. Anche qui nulla è stato fatto.
Questa inerzia rivela una sottovalutazione dei problemi ed appare ancora più preoccupante se si guarda al medio periodo ed agli effetti dei cambiamenti climatici. Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare fino a un metro (con previsioni meno probabili ma possibili di 2,5m), con sempre maggiori mareggiate e fenomeni estremi. Questo è il futuro che bisogna affrontare, in primo luogo a livello governativo ma anche regionale e locale.
Occorre per fare ciò un piano generale di lotta all’erosione che abbracci almeno la costa da Livorno a Viareggio, affidato ad esperti di livello internazionale, che sappiano individuare metodi innovativi di adattamento e difesa, metodi che coniughino efficacia e salvaguardia del paesaggio, andando a ridisegnare l’interfaccia terra-mare. Occorre per questo in primo luogo istituire una “cabina di regia tecnico politica” sull’esempio del gruppo di lavoro istituito dalla giunta Floriani alla fine degli anni 90 che produsse il Progetto Preliminare per il riequilibrio della spiaggia di Marina di Pisa e del tratto Gombo – Fiume Morto punto di partenza della realizzazione di tutte le “spiagge in ghiaia”. Da allora il Comune di Pisa non ha più avuto una tale struttura e il modo balbettante in cui si muove ne è la palese conseguenza.
Pisa, 12 settembre 2024
Associazione ambientalista
La Città Ecologica APS
Il comunicato de la Città ecologica su Il Tirreno del 13 settembre 2024
Il comunicato de la Città ecologica su La Nazione del 13 settembre 2024
Il comunicato de La Città ecologica come pubblicato da La Nazione on line il 12 settembre 2024.