Il Documento che La Città ecologica ha consegnato alla Sottosegretaria alla Transizione Ecologica On. Ilaria Fontana del M5S.

Il M5S di Pisa ha organizzato sabato 9 luglio alle ore 16.30 a Villa Giraffa un incontro delle Associazioni ambientaliste con la Sottosegretaria di Stato al Ministero della Transizione ecologica, On Ilaria Fontana.
La Città ecologica è stata rappresentata all’Incontro da Guido Nassi, membro del Direttivo dell’Associazione.
Nassi ha consegnato alla Sottosegretaria il Documento che riportiamo di seguito e che riassume le tematiche che l’Associazione individua come prioritarie per Pisa e L’Area Vasta costiera.

Alla Sottosegretaria di Stato al Ministero della Transizione ecologica, On Ilaria Fontana.

OGGETTO: Le emergenze ambientali sul nostro territorio e come esso può contribuire fattivamente alla transizione ecologica del Paese.

L’Associazione Ambientalista La Città ecologica ringrazia il M5S di Pisa dell’opportunità che ci offre di far conoscere direttamente a Lei, autorevole componente del Governo in carica, quelle che noi individuiamo come le evidenze ambientali della città di Pisa e dell’Area Vasta costiera.

La nostra Associazione è da anni impegnata su questo territorio a contrastare iniziative ed opere che ritiene deleterie per questo ecosistema e in contrasto con una reale politica di riduzione delle emissioni climalteranti nel solco degli obiettivi europei del 2030 e del 2050 ed a promuovere progetti che al contrario si muovano in quella direzione.

  • LA DARSENA EUROPA.

La Piattaforma Europa, prevista dal Piano Regolatore Portuale di Livorno, prevede un’enorme espansione del Porto verso mare e verso nord. La fase 3 del progetto prevede un molo nord quasi in linea con l’attuale foce armata sud dello Scolmatore che si estende in mare per circa 3100 metri!

Il motivo è rendere il porto capace di ricevere anche navi passeggeri e soprattutto portacontainers di ultima generazione: navi in prospettiva di oltre 400m di lunghezza, che trasportano fino a 30.000 container e necessitano di fondali di 20m ed oltre. Di fatto dei grattacieli galleggianti, di altezza, a pieno carico, di quasi 60m.

Non è ragionevole che non ci sia a livello nazionale una precisa programmazione dei porti: non è possibile che tutti vogliano fondali a 18-20 metri dal momento che non ovunque è possibile realizzarli.

In particolare di fronte al Porto di Livorno a tre chilometri dalla costa iniziano le Secche della Meloria e i fondali in molte aree hanno ora una profondità di 5-6m come le carte nautiche attestano. I fondali della stessa Area Marina Protetta, affidata all’Ente Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli non porranno che venirne compromessi e con essi le praterie di Posidonia oceanica presenti.

Inoltre a circa 2 km dalla costa è stato nel 2020 istituito il Sito di Interesse Comunitario di “Tutela del Tursiops truncatus” (delfino costiero).

Ricade nell’area oggetto d’intervento anche il Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo una vasta area marina protetta compresa nel territorio francese, monegasco e italiano.

Per il progetto Piattaforma Europa, nella sola prima fase, sarebbero necessarie circa 2,5 milioni di tonnellate tra pietre e massi, calcestruzzo per 150 tonnellate, 4 milioni di tonnellate di acciaio, occorrerebbe scavare oltre 13 milioni di metri cubi di sedimenti, una parte contaminati da pericolosi inquinanti.

Sarebbero emesse quantità enormi di gas clima-alteranti e consumate grandi quantità di energia per la sola realizzazione della prima fase.

Riteniamo che gli effetti sulla costa pisana, già soggetta a forte erosione, possano essere ben più gravi di quanto emerge dagli studi dell’Autorità portuale, fino a essere catastrofici, soprattutto se sommati agli effetti dei cambiamenti climatici con l’aumento di fenomeni atmosferici estremi e l’innalzamento del livello del mare.

C’è inoltre almeno un aspetto a nostro avviso sottovalutato. La diga foranea a nord, lunga 2200m (fase 1) e 3100m (fase 3) e orientata a Sud-Ovest, potrebbe riflettere le onde di Ponente e di Maestrale, determinando una concentrazione di energia e un aumento del livello del mare in corrispondenza della foce dello Scolmatore, che ha già una forma ad imbuto. Non è possibile escludere che ci possano essere difficoltà nello smaltimento delle piene e quindi il rischio di alluvione per impossibilità del canale a svolgere la funzione che gli è propria.

Si chiede che per sgombrare il campo almeno da tutti i dubbi su erosione e rischio alluvionale venga promosso uno studio indipendente, condotto da esperti di livello internazionale, che abbiano a disposizione fondi dello stesso ordine di grandezza di quelli utilizzati per il progetto, fondi messi a disposizione dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, soggetto che promuove l’ampliamento.

  • LA NUOVA BASE PER TRE REPARTI DEI CARABINIERI.

La mobilitazione unitaria della città (a parte il partito del “cemento e moschetto”) ha portato a prevalere la ragionevolezza e ad escludere lo scempio di 73 ettari di suolo all’interno del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, a Coltano.

Siamo stati parte di questa mobilitazione, sempre affermando che la nostra non è una battaglia contro i militari, meno che mai contro i carabinieri, ma una battaglia contro il consumo di suolo.

A questo punto riteniamo necessario non coinvolgere in nessun caso aree o edifici ricadenti nel Parco. Le ipotesi che sono circolate come il CISAM sono improponibili.

Buona parte dell’edificato esistente al CISAM ruota intorno alle funzioni connesse al reattore nucleare RTS-1, spento dal 1980, e da allora in via di decontaminazione. C’è un capannone che costituisce, ad ora, l’unica sede nazionale di stoccaggio per i rifiuti radioattivi di origine sia militare che civile e capannoni in cui si fa tuttora ricerca sulla radioattività e sul disturbo elettromagnetico dei mezzi militari. Questi volumi non appaiono, purtroppo va detto, allo stato attuale utilizzabili per altri fini.

Lo smantellamento del reattore e la restituzione dell’Area decontaminata al Parco rappresenta un obiettivo primario in quanto, a distanza di tanti anni dalla costruzione, lo stato di conservazione degli impianti potrebbe non garantire più una perfetta tenuta e costituire una fonte potenziale di rischio di contaminazione dell’ambiente.

A nostro avviso occorre comprendere qual’è il reale livello di utilizzo delle caserme presenti in città e puntare su di esse per risolvere le necessità attuali. Occorre dire con franchezza al Ministero della Difesa che non saranno più pensabili in futuro altre operazioni di “valorizzazione” immobiliari come quelle che hanno già coinvolto, la Curtatone e Montanara e l’Artale.

La Gamerra si estende per quasi 17h, circa l’80% pavimentati e/o occupati da edifici. Si dice che sia ampiamente sottoutilizzata; potrebbe ospitare una parte dei reparti dell’Arma, senza prevedere alcun suo ampliamento. La Bechi Luserna, estesa per 12h, circa per metà pavimentata, potrebbe trovare un analogo utilizzo.

Una volta chiarite quali sono le necessità strettamente operative dell’Arma e aver ridimensionato l’estensione del progetto, tra quelle due caserme ci può essere la soluzione al problema, senza realmente andare a consumare nuovo suolo, agricolo o boscato che sia.

Per questo è necessario che il Governo chiarisca il livello di utilizzazione delle due caserme citate e dichiari la sua disponibilità ad utilizzare quelle per risolvere le attuali esigenze dei Carabinieri.

  • MAGGIORI FINANZIAMENTI PER TRANVIE E SVILUPPO SISTEMA DI TRAM-TRENO PER UNA MOBILITÀ TENDENZIALMENTE SENZA AUTO IN CITTÀ

Il contributo maggiore alle emissioni climalteranti in una città come Pisa deriva dalla mobilità di uomini e merci, tuttora prevalentemente affidata ai mezzi privati a combustione o ibridi.

In prospettiva l’unica mobilità realmente sostenibile in ambito urbano è una mobilità che non preveda, se non marginalmente e come eccezione per casi particolari, l’uso di automobili.

Per raggiungere questo, che non può che essere un obbiettivo di medio periodo, occorre porsi degli obbiettivi intermedi e individuare le opere e le azioni necessarie per raggiungerli.

Per raggiungere questi obbiettivi di medio periodo, occorre realizzare azioni che puntino tutte a ridurre il numero di auto in circolazione, togliendo a questo modo di trasporto una parte consistente dello spazio fisico che oggi gli è riservato per darlo all’uso pedonale e alle infrastrutture della mobilità sostenibile: piste ciclabili e Linee Tranviarie.

Nel nostro territorio i Comuni di Pisa, Livorno, Lucca hanno iniziato a muoversi. Occorre perseguire l’obiettivo di arrivare alla progettazione di una tranvia d’area vasta, con diramazioni in linee urbane nei Comuni Capoluogo e con l’utilizzo della tecnologia del Tram-treno in modo che dal centro di ciascuno dei Comuni coinvolti si possa raggiungere il centro di ciascuno degli altri comuni, senza rotture di carico.

Una tale rete potrebbe essere costituita da almeno due linee urbane a Pisa, una linea Pisa-Marina-Tirrenia-Calambrone-Livorno, almeno una Linea urbana a Livorno, più le linee ferroviarie esistenti usate come LINEE DI AREA METROPOLITANA da Pisa a Livorno, da Pisa a Viareggio, da Pisa a Cascina-Pontedera, da Pisa a Collesalvetti e da QUELLA PER LUCCA TRASFORMATA IN LINEA TRANVIARIA INTERURBANA.

Tale rete integrata potrebbe contare su più di 35milioni di passeggeri annui, più di 110.000 passeggeri per giorno feriale e sarebbe un investimento efficace dal punto di vista trasportistico, sostenibile dal punto di vista economico e ideale dal punto di vista ambientale.

Le Linee urbane di Pisa devono rispondere efficacemente ai bisogni di mobilità dei cittadini e quindi avere uno sviluppo interno al centro storico, che è l’area cittadina origine/destinazione della maggior numero degli spostamenti.

Bene quindi la progettata prima linea dalla Stazione all’Ospedale di Cisanello ma con un tracciato diverso, non più esterno al centro storico e periferico rispetto al quartiere di Pisanova–Cisanello, importante bacino di potenziale utenza della nuova infrastruttura.

La Città ecologica propone che, fermo restando la localizzazione dei capolinea, Stazione ferroviaria e Ospedale di Cisanello, la linea percorra trasversalmente il centro storico, utilizzando i lungarni e attraversi il quartiere di Pisanova, intercettando una maggiore quota di passeggeri.

Una seconda linea urbana (LINEA 2) dalla stazione porti alla Piazza dei Miracoli, al Parcheggio scambiatore di via Pietrasantina, per collegarsi alla ferrovia Pisa-Lucca trasformata in Linea Tranviaria Interurbana.

Si preveda il ripristino del tram per il litorale, su un tracciato che passi il più possibile internamente ai centri abitati di La Vettola, San Piero a Grado, Marina, Tirrenia e Calambrone.

In prospettiva di medio periodo occorrerà prevedere che il tram raggiunga anche l’interno del quartiere di Porta a Lucca, il CEP-Barbaricina, San Marco-San Giusto.

Occorre che le linee urbane siano pensate collegate con i binari ferroviari in modo da utilizzale la linea per Cascina-Pontedera, quella per San Giuliano-Lucca, quella per Viareggio, quella per Livorno, quella per Collesalvetti come una rete metropolitana d’area vasta.

In tale contesto appare fondamentale anche il quadruplicamento della Linea Pisa-Firenze per dedicare una coppia di binari al traffico più veloce ed una coppia al traffico più lento ed al servizio di travia interurbana.

Per tutto ciò è necessario che il Governo preveda di destinare risorse molto superiori a quelle previste fino ad ora per finanziare gli interventi PER IL TRASPORTO RAPIDO DI MASSA IN SEDE PROPRIA.

Occorre anche che il Governo faccia sentire tutto il suo peso per superare le forti resistenze di RFI all’utilizzo della tecnologia del TRAM-TRENO su una parte della rete attuale. Quello che già avviene in tanta parte d’Europa e del mondo deve essere possibile anche i Italia.

  • CONSUMO DI SUOLO EMERGENZA NAZIONALE

Il nuovo Piano Strutturale Intercomunale di Pisa e Cascina in via di approvazione prevede per il solo Comune di Pisa 768.355mq di Superficie Utile Lorda di fabbricati tra nuovo e riuso dell’esistente; 474.900mq di sola nuova edificazione (quasi il 62% del totale).

In sede di controdeduzione alle osservazioni le SUL ammesse sono addirittura aumentate di quasi il 6%, nonostante tutte le Osservazioni delle Associazioni Ambientaliste avessero chiesto una riduzione del consumo di suolo.

Nel Piano non c’è alcuna dimostrazione della domanda insediativa, sia di tipo abitativo che produttivo, e dunque queste previsioni che consumano suolo sono ingiustificate, oltre che culturalmente arretrate. Da nostri calcoli si prevede la realizzazione di circa 2400 nuovi appartamenti per quasi 6000 nuovi abitanti insediabili.

Enorme la previsione anche per la destinazione Industriale e Artigianale: 236.500mq di SUL la grande parte di nuova edificazione.

Non è riportato nel PSI quale quantità di suolo si perderebbe se fossero realizzati tutti i 474.900mq di SUL di nuove edificazioni e tutte le ulteriori opere, prime fra tutte nuove strade di grandi e medie dimensioni.

Non è più possibile che si possa andare avanti in questo modo, in barba a tutte le leggi regionali che affermerebbero l’esigenza di non consumare nuovo suolo.

Appare necessario che il Governo si ponga il problema e intervenga con una normativa più stringente che freni questa che è un’altra delle tante emergenze nazionali.

  • LITORALE: EROSIONE E STRATEGIA NAZIONALE DI ADATTAMENTO AGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI.

Sono i cambiamenti climatici che devono preoccupare chi ha a cuore i litorale, i fiume, la stessa città litoranee.

L’ultimo Rapporto dell’International Pannel for Climate Change (IPCC) prevede, per il 2100, nello scenario più ottimistico un innalzamento di 0.17–0.32 m, mentre nello scenario più pessimistico i valori sono di 0.61–1.10 m, ma si scoprono in continuazione fenomeni, come il rilascio di CO2 dal permafrost o un diverso comportamento dei ghiacci antartici, che portano a pensare che queste stime siano ottimistiche.

Se si somma a questo la subsidenza che provoca l’abbassamento dei terreni ed il ridotto apporto sedimentario da parte del fiume si comprende che la priorità per il litorale sono i cambiamenti climatici, l’innalzamento del livello del mare e la conseguente erosione della costa, sia oggi che in prospettiva.

Anche nel caso del raggiungimento degli obiettivi circa la riduzione dell’immissione di gas serra nell’atmosfera, il livello del mare continuerà ad innalzarsi per decenni e nessuna strategia è prevista per difesa, adattamento o arretramento gestito, e tanto meno un’analisi dei tratti su cui applicare le diverse strategie, anche in una loro combinazione che dovrebbe evolversi nel tempo.

A livello locale occorre un piano generale di lotta all’erosione che abbracci almeno la costa da Livorno a Viareggio, affidato ad esperti di livello internazionale, che sappiano individuare metodi innovativi di difesa, metodi che coniughino efficacia e salvaguardia del paesaggio, andando a ridisegnare l’interfaccia mare-terra.

A livello nazionale riteniamo che si debba andare all’elaborazione di una strategia che governi la “transizione ambientale” a cui saranno soggetti i territori costieri ed il loro adattamento ai cambiamenti climatici, una transizione che richiederà scelte sostenibili dal punto di vista ambientale, economico, sociale e generazionale.

Pisa, 09 luglio 2022

Associazione ambientalista

La Città Ecologica APS

Il Documento uscito su la Testata on line PisaInVideo dell’11 luglio 2022

Il Documento uscito sulla testata on line CascinaNotizie del 10 luglio 2022.

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