PIATTAFORMA EUROPA. PRESENTATE OSSERVAZIONI ALLA V.I.A.

La Città Ecologica ha presentato al MITE n. 4 Osservazioni alla procedura di V.I.A. avviata nel dicembre scorso dal Commissario Straordinario per la realizzazione della Piattaforma Europa, in ampliamento del Porto di Livorno.

La Piattaforma Europa, prevede un’espansione del Porto notevolmente superiore ad un semplice raddoppio di quello esistente.

Il molo nord si attesterebbe quasi in linea con l’attuale foce armata sud dello Scolmatore per una lunghezza di oltre 3km e 2km più a nord di dove termina ora. Un’espansione verso mare e verso nord, che, come si è soliti fare per le discariche, si intende realizzare al confine col Comune vicino.

Il motivo è rendere il porto capace di ricevere navi passeggeri e soprattutto portacontainers di ultima generazione: navi in prospettiva di oltre 400m di lunghezza, 60m di larghezza, che trasportano fino a 23-25000 container e necessitano di fondali fino a 20m ed oltre.

Di fatto sono dei grattacieli galleggianti, di altezza, a pieno carico, di quasi 60m. Un palazzo di oltre 20 piani.

Il paesaggio marino ne verrebbe completamente stravolto e il delicato equilibrio tra l’attività industriale e quella ricreativa balneare, predominante sulla costa toscana, ne verrebbe definitivamente compromesso.

Il tutto, una volta completato il nuovo molo nord, che arriverebbe a meno di 2km dal confine dell’Area Marina Protetta Secche della Meloria, affidata al Parco Naturale di Migliarino, San. Rossore, Massaciuccoli.

Si dice che questa è la tendenza del traffico navale e occorre attrezzarsi. Quello che non è ragionevole è che non ci sia a livello nazionale una precisa programmazione dei porti: non è possibile che tutti vogliano fondali a 18-20 metri dal momento che non ovunque è possibile realizzarli. Come nell’area interessata dalla Piattaforma Europa dove i fondali in molte aree hanno ora una profondità di 5-6m come le carte nautiche attestano.

Con le nostre osservazioni abbiamo chiesto che si riformuli la VIA prendendo in considerazione “l’opzione zero (ovvero il non intervento)”, opzione invece esclusa dal momento che non risulterebbe coerente con la pianificazione territoriale, in particolare “con l’attuazione del Piano Regolatore Portuale”. Escludere questa opzione vanifica lo scopo primario della stessa procedura di VIA.

La Città Ecologica ha osservato che gli effetti sulla costa pisana dell’opera possano essere gravi fino a essere catastrofici, soprattutto se sommati agli effetti dei cambiamenti climatici con l’aumento di fenomeni atmosferici estremi e l’innalzamento del livello del mare.

C’è inoltre almeno un aspetto a nostro avviso sottovalutato. La diga foranea a nord, lunga 2200m (fase 1) e 3100m (fase 3) e orientata a Sud-Ovest, potrebbe riflettere le onde di Ponente e di Maestrale, determinando una concentrazione di energia e un aumento del livello del mare in corrispondenza della foce dello Scolmatore, che ha già una forma ad imbuto. Non è possibile escludere che ci possano essere difficoltà nello smaltimento delle piene e quindi il rischio di alluvione per impossibilità del canale Scolmatore di svolgere la funzione che gli è propria.

Abbiamo chiesto che, per sgombrare il campo almeno da tutti i dubbi su erosione e rischio alluvionale, venga promosso uno studio indipendente, condotto da esperti di livello internazionale, che abbiano a disposizione fondi dello stesso ordine di grandezza di quelli utilizzati per lo studio del modo ondoso e della dinamica costiera realizzato per la progettazione, fondi messi a disposizione dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, soggetto che promuove l’ampliamento.

Infine abbiamo sottolineato che la scelta di rendere idoneo il Porto di Livorno ad accogliere i mega porta-container con pescaggio fino a 19m, in un’area adiacente alle Secche della Meloria, comporti la necessità di smaltire enormi quantità di fanghi di dragaggio (più di 15 milioni di metri cubi).

Nel progetto ora sottoposto a V.I.A. viene proposto come presunta mitigazione del danno un sabbiodotto, di 2,5 km verso nord.

I sedimenti che si accumulerebbero alla foce dello Scolmatore, un canale artificiale nel quale confluiscono oltre alle acque di scarico del depuratore civile ed industriale di Pontedera, diversi fossi minori, per lo più fortemente inquinati da scarichi civili come il Canale dei Navicelli, verrebbero raccolti e “sparati” in un “tubone” sotterraneo lungo la spiaggia a nord.

Nel tubo viaggerebbe per l’80% (circa) acqua e 20% (circa) sarebbero sedimenti. Ammesso che i sedimenti siano idonei sia a livello granulometrico che per caratteristiche chimico, fisiche, biologiche per il ripascimento, l’acqua che trasporterebbe i sedimenti sarebbe prelevata in un tratto in cui è vietata la balneazione e l’inquinamento verrebbe diffuso lungo la costa verso nord.

Anche il progetto del sabbiodotto, più che un tentativo di mitigazione del danno erosivo per le spiagge pisane, lascia il sospetto che sia il tentativo di individuare un luogo dove smaltire i sedimenti del canale

Abbiamo chiesto che siano aggiornate le analisi della qualità delle acque prelevate alla foce dello scolmatore e veicolate, insieme alle sabbie, attraverso il sabbiodotto per depositarsi sul litorale a nord dello scolmatore.

Che siano eseguiti monitoraggi periodici per verificare l’assenza di contaminazione chimica e biologica nel fluido costituito dalla miscela di acqua e sabbia.


Pisa, 01 MARZO 2023

Associazione ambientalista

La Città Ecologica APS

L’Articolo uscito su Il Telegrafo di Livorno del 3 marzo 2023.

Condividi questo articolo: