Ridurre il parco di circa 10000ha: è quanto sembra prefiggersi il nuovo Piano Integrato del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. È quello che si capisce dagli incontri che il Presidente Bani svolge qua e là (documenti ufficiali pubblici non sembrano essercene); si vuole arrivare a questo, attraverso la trasformazione delle attuali “aree esterne” in “aree contigue”.
Lo denunciammo, per primi, fin da gennaio e ora la strategia appare sempre più chiara, nonostante si cerchi di nasconderla dietro la cortina fumogena dei “nulla osta”. Si dice, infatti, che ci sarebbero aree in cui non ci sarebbe più bisogno del “nulla osta” del Parco per effettuare interventi edilizi. Ma non si dice che ciò diventerebbe possibile perché quelle aree, le “contigue”, passerebbero sotto la Pianificazione Urbanistica dei Comuni, attuata attraverso i loro Piani Strutturali, con il Parco che “detta direttive” e/o prescrizioni.
Inizialmente, il presidente del Parco aveva annunciato che 3000ha delle attuali “aree esterne” sarebbero divenute “aree interne” e quindi anche con divieto di caccia, mentre 7000ha sarebbero divenute ”contigue” e quindi cedute alla Pianificazione Urbanistica dei Comuni. È bastata una scalmanata assemblea a Coltano per convincere il Presidente a tornare indietro, almeno per quel territorio.
La Città ecologica ritiene che tutti i 24.000ha oggi territorio del Parco debbano essere sotto la pianificazione urbanistica del Parco, come lo sono ora. Questa è per noi la priorità inderogabile: mantenere in capo al Parco la gestione ambientale ed urbanistica di quel territorio.
Siamo consapevoli che il Parco è meno amato di anni fa e pensiamo che questo sia il risultato di una politica che, attraverso una costante, pesante, riduzione dell’autonomia, dei finanziamenti assegnati, e degli organici, ha negli anni di fatto impedito al Parco di funzionare.
Riteniamo che questo sia stato un disegno politico trasversale ai partiti, che aveva come scopo finale proprio quello a cui oggi assistiamo: il ridimensionamento forte dell’estensione del Parco, per riconsegnare ai comuni aree da sempre appetite per progetti speculativi.
Il proliferare incontrollato di fauna selvatica (cinghiali e daini) è anche esso l’effetto della “attenuazione” della capacità di funzionare del Parco, con pensionamenti di guardaparco non rimpiazzati e di figure professionali come biologi ed esperti di conservazione. Il problema deve essere affrontato con decisione dal Parco e non solo.
Le aree boscate e erbacee sono uno dei pochi settori di attività che assorbono CO2 e quindi è indispensabile aumentare la loro estensione, non certo ridurle con nuove possibili cementificazioni.
Il Parco MSRM cambi questo suo orientamento e usi il Piano Integrato per rilanciare il suo ruolo e gli obiettivi per cui fu istituito. Se lo farà, avrà tutto il nostro sostegno.
Pisa, 13 Aprile 2023
Associazione ambientalista
La Città Ecologica APS