Le notizie di questi giorni dimostrano nuovamente la vulnerabilità dei nostri litorali e la precarietà delle strutture, in particolare quelle turistiche, che li hanno invasi a macchia d’olio.
Non si tratta solo di attualità, ma è anche la proiezione di quanto accadrà sempre più frequentemente, con il livello del mare sempre più alto per effetto dei cambiamenti climatici e il territorio che si abbassa per via della subsidenza.
Le stesse scogliere distaccate parallele alla costa, trattengono l’acqua e fanno innalzare la superficie del mare, sulla quale viaggiano le onde che possono così penetrare più in profondità sulla costa. Non sempre l’abbattimento dell’onda prodotto dalla scogliera compensa questa ricaduta negativa che essa stessa determina.
Occorre capire, se lo vogliamo capire, che difendersi dalle onde non è sufficiente per vivere vicino alla riva del mare se il suo livello s’innalza. L’acqua allagherà comunque le zone più basse e i fiumi avranno difficoltà a defluire in mare, esondando nelle pianure costiere.
Ed anche difendersi scaricando sulla spiaggia milioni di metri cubi di sabbia non può costituire una strategia di lungo termine per adattarsi all’innalzamento del livello del mare. Per compensare l’erosione che indurrebbe un innalzamento di un metro quanti miliardi di metri cubi di sabbia sarebbero necessari? E un metro è un valore che ha molte probabilità di essere superato già fra non molti decenni, tanto che in alcuni paesi si pianifica l’adattamento ad un innalzamento del livello del mare di 2,5 metri per il 2100.
Tutto ciò dimostra la priorità assoluta di una battaglia globale ai cambiamenti climatici di cui tutti parlano ma che poi si dimenticano nelle scelte quotidiane di gestione dell’ambiente e del territorio.
Inoltre occorre cominciare a prendere atto che non sarà possibile difendere tutte le coste urbanizzate del paese e quindi è urgente decidere quali tratti devono assolutamente essere protetti, garantendo in alcuni punti anche la presenza di una spiaggia, quelli in cui la difesa sarà così impattante da precludere le tradizionali attività turistico balneari, e quelle dove sarà più sostenibile, dal punto di vista economico, ambientale e sociale, arretrare.
Difendere tutto oggi, scaricherà dei costi insostenibile sulle generazioni future, che saranno costrette ad abbandonare questa fascia di territorio senza aver pianificato una ritirata strategica.
PISA, 31 LUGLIO 2023
Associazione ambientalista
LA CITTÀ ECOLOGICA APS