Le mareggiate di questi ultimi giorni, con onde superiori ai 5m alla boa della Gorgona, hanno prodotto danni ed inondazioni del mare in più punti di Marina, da piazza Sardegna a via Crosio.
La situazione appare peggiorata rispetto agli anni passati dove i problemi si verificavano quasi esclusivamente laddove le spiagge in ghiaia non erano state completate con le dighe soffolte come da progetto.
È indubbio che anche le spiagge in ghiaia non possono essere abbandonate a loro stesse per anni: occorre un continuo monitoraggio, una manutenzione delle dighe soffolte e un ripascimento delle spiagge stesse per sostituire il materiale che si disperde e incrementarlo opportunamente. Infatti da quando le spiagge in ghiaia sono state progettate il mare Mediterraneo si è alzato di circa 10cm (dati del mareografo di Genova) e i fenomeni sono più severi in termini di frequenza ed intensità, questo comporta la necessità di un loro adeguamento progettuale.
In effetti per la sola cella 4 la Regione Toscana ha commissionato al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Laboratorio di Ingegneria Marittima) dell’Università di Firenze uno studio sulle modifiche da realizzare per correggere errori realizzativi ed adeguarla a queste condizioni più severe. Lo studio, corredato da prove in vasca, è stato consegnato più di un anno fa. (Link a video prove in vasca https://www.youtube.com/watch?v=y9qWBeB2cLc&t=1s) Che fine ha fatto questo studio? Cosa attendono Regione e Comune ad intervenire? Non sono consapevoli dell’urgenza e che ogni ritardo si trasforma in danni ed ingenti disagi?
Ma, come le mareggiate di questi giorni dimostrano, ridurre il problema alle spiagge in ghiaia è strumentale dal momento che danni e inondazioni ci sono stati anche dove ci sono muri di scogli “belli” alti.
Non si può chiudere gli occhi. Siamo di fronte alle prima avvisaglie di un futuro di cui prendere consapevolezza per cominciare a trovare i rimedi.
I cambiamenti climatici di cui tanto si parla sono già qui. Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare anche fino a un metro, con danni sempre maggiori per mareggiate e fenomeni estremi.
Occorre un piano generale di lotta all’erosione che abbracci almeno la costa da Livorno a Viareggio, affidato ad esperti di livello internazionale, che sappiano individuare metodi innovativi di difesa, metodi che coniughino efficacia e salvaguardia del paesaggio, andando a ridisegnare l’interfaccia terra-mare.
In questo contesto appare inconcepibile la realizzazione della nuova darsena Europa in ampliamento del porto di Livorno.
Prodotto dei cambiamenti climatici è anche l’aumento della frequenza di fenomeni atmosferici estremi, come le piene fluviali, resi devastanti dall’innalzamento del livello del mare. In questo contesto appare preoccupante, anche per la sicurezza della città di Pisa, la grande quantità di manufatti fissi che ingombrano la Golena d’Arno. Essi peggiorano le condizioni di deflusso e compromettono il ruolo delle golene come luoghi naturalmente destinati al deflusso delle piene.
Pisa, 2 novembre 2023
Associazione ambientalista
La Città Ecologica APS