Il rafforzamento delle scogliere pubbliche a sud del Porto a Marina è in via di esecuzione e dovrebbe concludersi prima dell’estate. Bene. Sono i lavori dal costo di 1,4 milioni di euro.
Possiamo stare per questo tranquilli che non si ripetano le inondazioni da mare come avvenuto nell’autunno dell’anno passato?
Per La Città ecologica assolutamente no. L’autunno è quasi alle porte stante l’entità e i tempi dei lavori da eseguire. Si pensa di essere pronti per allora ad affrontare nuove mareggiate di quell’entità?
Nell’autunno scorso il mare è uscito di fatto lungo tutto l’abitato di Marina, con particolare entità dalla diga foranea sud del porto e dighe collegate e dalla solita cella 4 ove la spiaggia in ghiaia non è stata mai completata.
Uniche celle che hanno resistito allora alla tempesta sono state le spiagge in ghiaia realizzate secondo l’iniziale idea progettuale e il progetto elaborato, a partire dalle celle 6 e 7, ma anche quelle subito a nord: la 2, la 1 e la 3.
Nulla si sa di cosa abbia in programma di fare il Porto, forse il buco più grande nella difesa del litorale.
I 5 milioni di euro che si dice siano stanziati per adeguare la cella 4 non ci sembra che per ora producano progetti esecutivi e tanto meno appalti e inizio dei lavori.
Eppure lo studio commissionato dalla Regione Toscana al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Laboratorio di Ingegneria Marittima) dell’Università di Firenze, sulle modifiche da apportare a tale cella per correggere errori realizzativi ed adeguarla a queste condizioni più severe, ci risulta sia stato consegnato nel 2022.
Qui il link al video delle prove in vasca https://www.youtube.com/watch?v=y9qWBeB2cLc&t=1s&ab_channel=Labima )
Che fine ha fatto questo studio? Cosa attendono Regione e Comune ad intervenire? Dove si finanziano i microripascimenti a fini balneari sparpagliati lungo la costa toscana c’è la stessa situazione di gravità?
Ormai i tempi per realizzare le modifiche proposte in quello studio per la cella 4, ampliamento verso mare della scogliera soffolta e ampliamento e forte ricarico di ghiaia per la spiaggia, sono strettissimi, ammesso che ci siano ancora.
Come si pensa di affrontare i nuovi eventi atmosferici che presumibilmente saranno analoghi se non peggiori di quelli dell’autunno passato? Si spera forse nella buona sorte?
Oltre tutto lo studio ha verificato che le stesse spiagge in ghiaia più a sud, le più “antiche” (celle 6 e 7), che hanno retto bene, non possono essere abbandonate a loro stesse per anni: occorre un continuo monitoraggio, una manutenzione delle dighe soffolte e un ripascimento delle spiagge stesse per sostituire il materiale che si disperde e incrementarlo opportunamente. Infatti da quando le spiagge in ghiaia sono state progettate il mare Mediterraneo si è alzato di circa 10cm (dati del mareografo di Genova) e i fenomeni sono più severi in termini di frequenza ed intensità, questo comporta la necessità di un loro adeguamento progettuale.
E questo solo da qui all’autunno. Per i tempi più lunghi i cambiamenti climatici imporrebbero una capacità di elaborare piani da adattamento della cui necessità la Regione non sembra neanche avere contezza.
Pisa, 22 marzo 2024
Associazione ambientalista
La Città Ecologica APS