Il 15 ottobre 2020 veniva presentata da un folto gruppo di residenti della zona, con il supporto dell’Associazione ambientalista La Città ecologica, un ricorso al TAR contro le numerose e gravi irregolarità nel procedimento amministrativo presenti nella variante urbanistica che riportava la previsione dello stadio a Porta a Lucca.
Da allora, dopo Il rifiuto del Comune di Pisa di accelerare i tempi del giudizio, TUTTO TACE.
Ci sembra giunta l’ora che il TAR esamini il ricorso e si pronunci.
Ora appare forse più chiara tutta l’operazione, che nulla ha a che fare con il gioco del calcio e la squadra della città. È una grande speculazione edilizia che, vista torre, rende molto di più anche perché l’investimento iniziale appare relativamente modesto. 4.3M€ a fronte di 5.160mq di SUL di destinazioni commerciali (833€/mq) a 300m a piedi dalla piazza più famosa del mondo è proprio un ottimo affare. Alla faccia della pianificazione urbanistica e dell’intera città che con quella collocazione dello stadio già oggi diversi giorni al mese è totalmente paralizzata e in futuro lo sarà per più giorni e più intensamente.
Per di più, con il Comune di Pisa, il venditore, che si è già impegnato a spendere oltre un milione di euro sul bene che intende vendere. Strano comportamento per un venditore!
Ultima domanda: si è tenuto conto che anche l’Arena Garibaldi è in area a rischio di alluvione P3. Si farà anche il nuovo stadio su palafitte, come gli edifici del centro sportivo?
Pisa, 14 settembre 2024
Associazione ambientalista
La Città Ecologica APS
Il Comunicato pubblicato su QuiNewPisa.it il 14 dicembre 2024
Il Comunicato pubblicato su CascinaNotizie.it il 14 dicembre 2024
Il Comunicato pubblicato su PisaToDay.it il 15 dicembre 2024
Il Comunicato pubblicato su La Nazione on line del 15 dicembre 2024.
Il Il Comunicato pubblicato su La Nazione del 15 dicembre 2024
Il Comunicato pubblicato su L’Arno.it il 15 dicembre 2024
La nostra risposta alle domande de L’Arno.it
Buongiorno,
ringrazio per aver pubblicato integralmente il nostro comunicato e rispondo volentieri alle sue domande.
Innanzitutto noi non non stiamo giocando a nessun gioco. Siamo una associazione ambientalista che si batte per una città ecologica e quindi in difesa dell’ambiente per una città più vivibile, meno inquinata e con meno emissioni climalteranti. Lo facciamo da una quarantina d’anni, quindi da molto prima che la stessa associazione fosse costituita.
Una previsione urbanistica può essere modificata. Ma si può anche dissentire dal contenuto di tale variante. Il procedimento amministrativo che porta alla variante deve essere corretto. In caso contrario i cittadini che dissentono dalla variante e si sentono danneggiati da essa possono appellarsi al TAR per far valere le proprie ragione e chiedere che la variante sia annullata perchè illegittima. Siamo in questo caso.
Che lo stadio trovi la sua migliore collocazione dove era previsto prima dell’ultima variante lo diciamo noi e con noi i cittadini che hanno sottoscritto il ricorso al TAR e una parte significativa di città che trova intollerabile l’assedio di una parte importante della città alcuni giorni al mese con le auto che assediano tutta la parte nord della città stessa. Noi riteniamo che un nuovo stadio possa essere realizzato a ospedaletto in area da individuare, con tutta l’area di Porta a Lucca rinaturalizzata realizzando un Parco urbano a verde e archeologico, eventualmente anche rinaturalizzando qualche capannone abbandonato in modo da arrivare ad annullare il consumo di suolo. Il nuovo stadio potrebbe essere servito da una linea tranviaria utilizzando la linea ferroviaria Pisa-Collesalvetti-Vada tuttora in funzione. Quindi nessuna casa in luogo dell’Arena, nessun consumo di suolo, mobilità ecologica per raggiungerlo.
Al fondo della nostra battaglia c’è il principio che ha sempre guidato il pensiero dei grandi urbanisti e che in teoria sarebbe anche legge: la pianificazione urbanistica, cioè come si debba sviluppare la città, spetta alla collettività. Gli interessi privati sono legittimi, ma debbono adeguarsi agli interessi collettivi. Non si può pretendere di fare pianificazione urbanistica attraverso la compravendita di aree con una destinazione per poi chiederne la variazione di destinazione e attraverso questo fare profitti. Questa è la speculazione edilizia. A questo noi ci opponiamo.
Gli imprenditori che vogliano investire hanno tutto il diritto di volere il profitto. Su questo nulla questio. Non hanno il diritto che la loro aspirazione al profitto condizioni la pianificazione urbanistica e peggiori la qualità del vivere di un’intera città o di una sua parte significativa.
Spero di essere riuscito a rispondere alle sue domande.
Cordialmente